Uno dei prodotti più amati dagli italiani a tavola è senz’altro il pomodoro con le sue tantissime varietà: tra queste spicca il pomodoro datterino, molto apprezzato per il suo gusto dolce e per la sua lunga conservazione, che lo hanno reso tra i più ricercati sul mercato.
Il pomodoro datterino può essere coltivato anche in vaso: non è, quindi, indispensabile disporre di un orto e si può far crescere anche nel proprio terrazzo o giardino comodamente da casa.
Nato grazie agli incroci di provenienza asiatica, questa varietà di pomodoro ha saputo conquistare un pubblico sempre più ampio risultando uno dei prodotti più acquistati negli ultimi anni. Vediamo allora quali sono le sue caratteristiche e i consigli su come coltivarlo fino alle ricette da adottare per esaltarne al meglio il sapore.
Le caratteristiche del pomodoro datterino
Ciò che identifica maggiormente il pomodoro datterino è il suo dolce e intenso sapore. Il suo gusto marcato è dato anche dalla consistenza della polpa, non troppo acquosa, ed è adeguatamente bilanciato tra la sua parte acida e quella zuccherina. Inoltre, il datterino contiene un notevole apporto calorico.
Una caratteristica che lo rende molto apprezzato è la sua forma, piccola e ovaleggiante, e la sua buccia molto sottile (comunque più spessa rispetto al pomodoro ciliegino) oltre che il colore rosso brillante. I datterini crescono a grappoli a forma di lisca di pesce ed ognuno dei pomodorini pesa tra i 20 e i 40 grammi con pochissimi semi all’interno.
Ma perché questo tipo di pomodoro viene spesso confuso con un’altra variante, il ciliegino? La risposta è semplice: entrambi sono di piccole dimensioni e di un colore rosso acceso ma le principali differenze sono rappresentate da una buccia più spessa per il datterino che, inoltre, presenta un grado zuccherino più alto del ciliegino oltre a una polpa meno acquosa e a una forma più allungata.
Essendo notevolmente dolci e succosi, i pomodori datterini possono essere consumati crudi o per preparare sughi veloci e sfiziosi per la pasta o anche per insaporire le insalate o una gustosa bruschetta.
Pomodoro datterino: le varietà esistenti
A sua volta, il pomodoro datterino può presentare delle sottovarietà legate al colore, alla forma o al peso. E così, ad esempio, possiamo avere una tipologia gialla o arancio oltre a quella più comune rossa.
Il datterino giallo è una varietà meno comune ma presenta caratteristiche particolari come la polpa dorata dal sapore assai dolce e consistente, utile anche per la produzione di sughi e per decorare i piatti soprattutto tramite la passata di datterino giallo. Presente anche nella varietà di colore arancio, è adatto alla coltivazione in campo aperto e serra.
Il datterino striato (noto anche come crispino) presenta un colore rosso tendente al verde ed è una delle varietà più saporite al punto da poter essere gustato anche come semplice snack grazie alla sua accentuata asprezza e croccantezza.
All’interno del vasto insieme di datterini possiamo trovare altre varietà come il cosiddetto pomodoro lucciola che si forma in grappoli di pomodori rossi e ovali dalla notevole capacità produttiva: ogni pomodoro di questa tipologia pesa tra i 35 e i 45 grammi. Il pomodoro Datter, dal gusto dolce come l’insieme generale dei datterini, è una pianta robusta e vigorosa con grappoli fitti dalla forma piccola e allungata. Altro pomodoro dal colore rosso intenso è il Mandurio che può essere raccolto per grappolo ma anche singolarmente e, se si vuole, è possibile tirarli giù anche acerbi senza aspettare la loro piena maturazione. Il Mandurio presenta una forma ovale con le estremità un po’ appuntite.
Come si coltivano i datterini
Come detto sopra, i pomodori datterini possono essere coltivati sia in orto che in vaso. Innanzitutto, bisogna avere ben chiare le ideali condizioni climatiche e del terreno per la loro coltivazione. In genere, è necessario che il terreno in questione sia abbastanza ricco e fertile ma anche neutro e poco acido con valore di pH intorno al 6.
Bisogna assicurarsi soprattutto che sia abbastanza drenante per evitare ristagni d’acqua e che sia esposto in pieno al soledal momento che questa varietà di pomodoro non sopporta molto il freddo (la temperatura dell’ambiente non dovrebbe mai scendere sotto i 10 gradi).
Una volta assicurati delle ideali condizioni del terreno, la prima fase da seguire è quella della semina se si decide di partire dai semi. In questo caso è consigliabile partire da un semenzaio, così da poter monitorare dentro casa la crescita delle proprie piantine già dal mese di febbraio fino al trapianto delle piantine più robuste in primavera. Se, invece, si decide di non partire dai semi l’alternativa è la moltiplicazione per talea (i germogli alla base dei rami della pianta) che consiste nella rimozione delle stesse talee trasferendole in un vaso pieno d’acqua per almeno una settimana fino a quando non si saranno sviluppate le nuove radici e verrà messa a dimora la nuova piantina.
Segue la fase della messa a dimora, il momento nel quale viene trapiantata la piantina, solitamente non prima di aprile-maggio salvo condizioni climatiche diverse. A questo punto va scavata una buca abbastanza profonda (circa 25 cm) e aggiunto del fertilizzante naturale o letame (particolarmente indicato quello di cavallo) per nutrire ulteriormente il terreno.
Dopo la messa a dimora si deve procedere con la pacciamatura cercando di mantenere regolari l’umidità nel terreno e la temperatura: per fare questo si può utilizzare della paglia secca o teli di plastica scura. Il datterino ha bisogno di molto nutrimento che potrebbe portare all’impoverimento delle piante vicine; per questo va lasciato uno spazio di 35 cm tra una pianta e l’altra e di 80 cm tra le diverse fila.
Arrivati alla fase della raccolta, è opportuno attendere che i pomodori sfoggino un colore rosso intenso: è consigliabile non raccogliere i datterini appena diventano rossi ma lasciare le bacche sui rami per un tempo ulteriore e non toccare i rami. In questo modo i pomodori che si raccoglieranno dopo qualche giorno saranno conservabili per un lungo periodo.
Le ricette in cucina
Non mancano di certo i modi per utilizzare al meglio i datterini in cucina: vediamo quali sono alcune delle ricette più comuni e più originali con questa varietà di pomodoro. Ricordiamo che questi pomodorini possono essere mangiati sia freschi che conservati.
La più comune ricetta con i datterini – e forse la più gustosa – rimane la pasta fatta con il loro delizioso sugo. Vanno messi i datterini in un tegame largo e basso e cuocerli a fuoco medio per dieci minuti: quando la salsa è ben amalgamata aggiungere olio extravergine d’oliva, uno spicchio d’aglio intero, un quarto di cipolla bianca tritata ed il sale. Proseguire la cottura per altri cinque minuti e, a fuoco spento, aggiungere il basilico fresco.
I datterini sono gustosi anche se cucinati in forno. Una volta disposti su una teglia unta con un filo d’olio, vanno conditi con uno spicchio d’aglio, sale e un pizzico di origano e cotti in forno per almeno due ore a temperatura bassa.
Da provare anche i datterini ripieni, come quelli farciti con tonno, capperi e maionese. Infine, impossibile non menzionare le classiche bruschette, tra gli usi più comuni dei datterini ma dal sapore unico e dal gusto garantito.