Quanto costa gestire un bar? Una domanda che potrebbe interessare molti appassionati, intenzionati ad aprire la propria attività e lanciarsi nel mondo della ristorazione. Un bar infatti rientra appieno in questo settore, come i ristoranti, le tavole calde, le pizzerie.
Ma rispetto a quest’ultime, un bar presenta molte differenze: dai turni di lavoro, al tipo di offerta, per finire ai costi di apertura e gestione. Nell’articolo di oggi ci soffermeremo proprio su quest’ultimo aspetto, cercando di capire quanto costa aprire un bar, quali sono gli oneri burocratici (sia a livello di documenti che economici), quali le autorizzazioni e i requisiti. Insomma, una piccola guida alla gestione di un bar.
Aprire questo tipo di attività può risultare molto redditizio, ma bisogna sapere bene quali sono le spese iniziali e quelle in corso d’opera, per stilare un business plan che rispecchi fedelmente la realtà dei fatti.
Aprire e gestire un bar: i requisiti del titolare
Prima di vedere quali sono i costi di gestione di un bar, facciamo una breve panoramica su quelli che sono i requisiti necessari per poterlo aprire. Per quanto riguarda il proprietario, deve possedere un diploma alberghiero, e un’esperienza lavorativa superiore ai due anni (inerente naturalmente all’attività di barista).
Se il futuro proprietario ha questi requisiti preliminari, deve partecipare a un corso della Camera di Commercio (o anche presso strutture private), per poter ottenere alcuni documenti fondamentali:
- Attestato HACCP;
- Attestato Responsabile antincendio
- Attestato di responsabile dei rischi sul lavoro
- Attestati SAB per attività di somministrazione di alimenti e bevande.
Ottenere questi attestati ha ovviamente un costo, che è minore se svolti alla Camera di Commercio e maggiore se presso privati.
Se invece non si ha un diploma alberghiero o esperienza certificata come barista, oltre agli attestati elencati sopra, è necessario svolgere un corso di abilitazione.
Il passaggio successivo è quello di aprire una partita Iva. Le possibilità sono diverse. Per esempio optando per ditta individuale, SNC o SAS, lo Stato potrebbe rifarsi sul patrimonio personale, oltre che societario, in caso di debiti o fallimento. Quindi, seppur costi di più, è probabilmente virare su una SRL, in modo che in caso di insolvenze i beni personali siano protetti, e i creditori possano rifarsi solo sul conto societario.
Aprire un bar: i requisiti del locale
Oltre al proprietario, anche il locale stesso deve avere alcuni requisiti per poter essere adibito al commercio:
- Agibilità;
- Soffitti alti più di tre metri;
- Servizi idrici ed elettrici indipendenti;
- Allaccio all’acquedotto e al sistema fognario;
- Bagni, o possibilità di costruirne tre.
Vale la pena soffermarsi su quest’ultima voce dell’elenco. I bagni devono infatti essere tre: uno per il personale (con antibagno e spogliatoio) e due per i clienti (uomini e donne). Uno di questi deve poi essere attrezzato per ospitare persone con disabilità, quindi essere ampio, con un sanitario con barra laterale e pulsante sul fianco del muro, e un lavandino azionabile con semplicità. Tutti devono essere forniti di antibagno dove lavarsi le mani.
Non dobbiamo pensare che siano norme facilmente aggirabili, o sulle quali poter sorvolare con disinvoltura: l’apertura di un bar è vincolata al rilascio della certificazione da parte dell’ispettore sanitario, che in una visita accerterà il rispetto delle norme igieniche previste dalla legge.
Ma non è finita qua. Ci sono infatti altri aspetti da tenere da conto prima di aprire un bar, riguardanti le attrezzature: bancone bar e per gelati, rosticceria, pasticceria, tavolini e stoviglie, oltre a tutti quei complementi di arredo necessari per esporre l’identità del locale che avete in mente.
Nel caso si volessero preparare gli alimenti nel proprio locale, per averli sempre di giornata, è necessario avere un apposito laboratorio alto almeno due metri, con piastrelle bianche, banconi d’acciaio, lavandino, lavastoviglie, frigo e congelatore.
Naturalmente, l’ipotesi alternativa a quella di aprire ex novo un’attività è quella di prenderla in gestione: in questo caso assicuratevi che il locale abbia tutti i necessari requisiti igienico-sanitari e architettonici. Le spese iniziali saranno sicuramente minori rispetto ad aprire un bar dal nulla, e si limiteranno ai costi di fitto del locale commerciale, che varia in base a criteri come la superficie e la posizione, per esempio.
Quanto costa gestire un bar?
Aprire un bar è quindi un’operazione che può richiedere un investimento non indifferente. È quindi doveroso creare un business plan che vi consenta di tenere sotto controllo le spese dei lavori, per l’attrezzatura, oltre a quelle legate all’iter burocratico. A queste andranno aggiunte poi quelle per i fornitori, per la gestione giornaliera e per il personale. La cifra totale può naturalmente variare a seconda di tanti fattori differenti, ma possiamo indicare un minimo di 70 000 euro iniziali per iniziare la propria avventura nel settore della ristorazione.
Ma quindi, una volta aperto il nostro bar, quanto ci costa gestirlo? Le spese di gestione mensile vanno calcolate ovviamente con il sistema delle entrate e uscite, dove le prime corrispondono agli incassi giornalieri dell’attività, mentre le seconde includono sia le spese fisse che quelle variabili.
Vediamo più nel dettaglio in cosa consistono:
- Spese Fisse: rientrano in questa categoria i costi legati alla corrente elettrica, al gas, al consumo di acqua, alle retribuzioni e al versamento dei contributi dei dipendenti (qualora ci fossero), i contributi del titolare e degli eventuali soci, l’onorario del commercialista (al quale è sempre meglio rivolgervi per aiutarvi nella gestione economica del bar), e infine l’affitto, laddove il locale non sia di proprietà.
- Spese variabili: in questa categoria vanno inserite quelle per i fornitori (che possono variare in base alle necessità mensili, a un improvviso aumento dei prezzi, a particolari accordi o promozioni), nonché tutte quelle che non si possono prevedere (per esempio un improvviso guasto al sistema elettrico, o alla macchina del caffè, solo per dirne alcuni). Per evitare spiacevoli sorprese, sarebbe sempre meglio tenere da parte un “tesoretto” da cui attingere in caso di necessità.
Insomma, non mancano certo i conti da fare. Proviamo insieme a fare una stima di quelli che sono i costi di gestione di un bar, attraverso un calcolo forfettario delle spese mensili.
- Affitto: il prezzo medio si aggira solitamente intorno ai 1000/1200 euro.
- Mutuo: nel caso si fossero acquistate le mura del locale, il costo di affitto si abbatte, e subentra quello del mutuo, di circa 500 euro (anche se non possiamo stimarlo con assoluta certezza: dipende da criteri come l’anticipo versato, il tasso di interesse della banca di riferimento, ecc.);
- Retribuzione dipendente (full time): 1100 euro, a cui aggiungerne circa 350 per i contributi – ovviamente si parla di un costo minimo, che potrebbe essere ben più alto;
- Consumi luce, gas, acqua: possiamo fare una stima indicativa intorno ai 500 euro (anche se è ovvio che questo dipende da fattori quali la grandezza del locale, l’orario di apertura, il numero di clienti giornaliero, e così via).
- Commercialista: circa 100 euro mensili (o più, a seconda della tipologia di società che si vuole istituire, perché cambiano gli adempimenti richiesti e quindi i costi del commercialista). Vista la spesa non eccessiva, conviene avvalersi dell’aiuto di un professionista.
- Fornitori: circa 2000 euro al mese.
Facendo un rapido calcolo, i costi di gestione di un bar ammonterebbero a circa 7000 euro mensili. Ricordiamo che a queste uscite andranno aggiunte eventuali spese improvvise, più le tasse, attualmente al 26% dell’incasso netto. Quindi, per avere un bar che naviga in acque tranquille, ricavandone introiti che valgono l’investimento iniziale e la mole di lavoro e attenzione necessari a gestirlo, un incasso ottimale sarebbe intorno ai 15000 netti, ossia 11.100 lordi, al mese (poco più di 400 euro al giorno, una cifra facilmente raggiungibile).
Aprire e mandare avanti un bar, che sia di proprietà o in gestione, può essere molto faticoso, un’attività che richiede un notevole investimento iniziale e impegno successivo, ma che può regalare grandi soddisfazioni, sia in termini economici che personali.