È in corso, dalla fine di novembre 2021, una vera e propria allerta riguardante la scoperta di tracce di senape all’interno di farine e prodotti da forno.
Come sappiamo, l’obbligatorietà proveniente dalle Autorità di sicurezza alimentare di dichiarare i possibili allergeni contenuti negli alimenti in vendita fa sì che, se viene scoperta una mancanza in questo sistema, ossia se in un alimento è presente un allergene non dichiarato, il prodotto venga richiamato e tolto dal mercato.
Siamo ormai abituati a leggere, nella lista degli allergeni alimentari presente sulle confezioni dei prodotti che acquistiamo, i più comuni: uova, latte, soia, pesce, crostacei e molluschi, arachidi e noci, ma negli ultimi anni si è registrato un trend di crescita di allergie alimentari anche alla senape e al lupino.
Perché la senape
La senape è una pianta che fa parte della famiglia delle Brassicacee e le tipologie utilizzate nell’ambito alimentare sono per lo più tre: la senape gialla, bruna e nera. La pianta della senape sviluppa un frutto che contiene piccoli semi. A seconda della specie di origine, questi semi vengono utilizzati per la produzione della famosa salsa, di olio alimentare o anche come semplice spezia.
La senape, inoltre, ha proprietà fungicide e biocide, avendo la capacità di contrastare lo sviluppo di infestanti e patogeni.
Grazie a queste caratteristiche viene spesso utilizzata dalle aziende che operano nell’agricoltura e nella produzione biologica come alternativa naturale alle sostanze chimiche, in particolare nella pratica di sovescio. Il sovescio si attua con lo scopo di dare nutrimento al terreno e migliorarne la struttura senza l’utilizzo di sostanze chimiche, ed è una pratica autorizzata e contemplata da diversi disciplinari.
Detto ciò, appare naturale la possibilità di rinvenire tracce di senape nel grano, anche per contaminazione incrociata, e di conseguenza nei prodotti da esso derivati.
Cosa succede con la senape
Dallo scorso dicembre nei supermercati hanno iniziato a circolare cartelli e avvisi per i clienti che segnalano la possibilità che pasta, pane e prodotti da forno siano preparati con farine contaminate da semi di senape. A volte, tali avvisi sono stati aggiunti anche sui siti web di importanti catene.
Questo perché le Autorità di controllo hanno rilevato il problema soltanto negli ultimi mesi, e quindi molte etichette non sono state ancora aggiornate.
L’allerta è partita dagli uffici irlandesi del RASFF (sistema di allerta rapido europeo per gli alimenti), che ha diramato la segnalazione della presenza sul mercato di grano «fortemente contaminato» da senape. La nota, tra l’altro, precisa che la questione riguarda soprattutto il grano raccolto in Italia nel 2021.
Come detto sopra, se in un prodotto alimentare è presente un allergene non dichiarato, questo deve essere ritirato dal mercato, come accaduto nel mese di novembre per alcuni prodotti proprio per la presenza non dichiarata di senape.
Il problema è che, ad oggi, non sono disponibili in Italia metodi di riferimento ufficiali per la ricerca analitica di senape negli alimenti. I metodi utilizzati dai laboratori di produzione non sono efficaci, per questo il Ministero della Salute si è già attivato per individuare una metodologia accreditata per migliorare sensibilmente la sensibilità e la precisione di tali metodi.
L’altro problema è che, vista l’improvvisa segnalazione del RASFF, le aziende non riescono a stampare nuove etichette in tempo, e per questo il Ministero ha deciso di informare i consumatori, coinvolgendo gli assessorati alla sanità di Regioni e Province, tramite circolari indirizzate alle aziende alimentari e ai supermercati, per far sì che possano informare in qualche modo i consumatori mentre il sistema di etichettatura viene adeguato.
Cosa fanno i nostri partner
I molini Agugiaro e Figna, proprietari tra le altre di aziende come Le 5 Stagioni, hanno recentemente diffuso una circolare in cui spiegano il problema e segnalano che già sono stati presi provvedimenti per aggiornare le schede tecniche di tutti i loro prodotti e i nuovi imballi con l’indicazione dell’allergene senape.
Inoltre, per gli imballi ancora in stock, che non è quindi possibile ristampare, stanno aggiungendo tramite getto d’inchiostro l’indicazione generica «Può contenere senape».
Nel comunicato richiamano anche la nota del Ministero della Salute n.0044968 del 10/12/2021, di cui riportiamo alcuni stralci che possono aiutarci a chiarire meglio la situazione:
«Ad oggi non risultano disponibili metodi di riferimento sul territorio nazionale per la ricerca dell’allergene senape negli alimenti. I campioni prelevati nell’ambito del Controlli Ufficiali da parte dell’AC vengono analizzati da Laboratori Ufficiali con metodiche validate internamente da ciascun laboratorio e accreditate dall’Ente Italiano di Accreditamento (Accredia) in conformità della norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2018. Come confermato dall’ISS e dal Centro di Referenza Nazionale per la rilevazione negli alimenti di sostanze e prodotti che provocano allergie o intolleranze (CRENARIA) presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, le tecniche principalmente utilizzate in ambito di controllo sono le tecniche immunoenzimatiche (ELISA) e di biologia molecolare (PCR).
Il risultato fornito dai due modelli analitici non è sovrapponibile in quanto in tecnica ELISA è possibile rilevare la presenza di proteine potenzialmente allergizzanti mentre in PCR è possibile rilevare la presenza di DNA di una specie allergenica. Inoltre, per entrambe le tecniche analitiche sono documentate alcune potenziali criticità nell’attribuzione di positività o negatività all’esito analitico del campione. La presenza di sostanze cross-reattive alla senape, per lo più appartenenti alla famiglia delle Brassicacee, può inficiare la validità della rilevazione di questo allergene. Tale criticità è riconosciuta e descritta dalle stesse ditte che forniscono i principali kit ELISA per questa determinazione. Analoga problematica è riscontrabile nelle determinazioni in PCR.
Qualora non possa essere esclusa la presenza accidentale di senape nel prodotto finito, si raccomanda agli Operatori del Settore Alimentare (OSA) di ricorrere ad avvertenze di etichettatura del tipo “può contenere tracce di senape”. Tenuto conto della difficile gestione di una contaminazione tanto improvvisa quanto diffusa, e della difficoltà a provvedere in tempi rapidi alla stampa di nuove etichette, si fornisce di seguito una descrizione dei sistemi di informazione al consumatore da utilizzare transitoriamente, in vista dell’adeguamento progressivo delle etichette.
Per gli incarti in giacenza già acquistati, l’introduzione, attraverso il getto d’inchiostro (sistema utilizzabile solitamente nell’area dedicata al termine minimo di conservazione) di una frase sulla possibile presenza di senape, ad es. “può contenere tracce di senape” ed eventualmetne in aggiunta il rinvio ad un’apposita pagina del sito aziendale in cui sono riportati gli allergeni accidentalmente presenti. In tale pagina potrà, inoltre, essere inserita una descrizione del fenomeno delle contaminazioni accidentali, del sistema di approvvigionamento delle materie prime interessate ed altri aspetti di specifico interesse per il consumatore.»
Cosa facciamo noi di Mondo Alimenti
Noi di Mondo Alimenti facciamo seguito, dunque, alle richieste del Ministero della Salute, certi che questo articolo chiarisca la nostra posizione in merito al problema.
Inoltre, consigliamo a tutti i nostri clienti di affrettarsi ad aggiornare le loro tabelle degli allergeni con l’indicazione della senape quanto prima.
